Almeno oggi si fa chiarezza riguardo
il motivo per il quale le mele e le pere sono gli unici frutti che vanno
contro corrente...cioè mentre tutta la frutta evidenzia meno shelf life,
tenuta altalenante e problemi di conservazione dovuti in primis al cambiamento
climatico (micidiale miscela di escursioni termiche impazzite, piogge a raffica
ed irraggiamento solare molto aumentato da 700 a 1000 lux) l'eccezione sono
questi frutti locali dove si applica lo smartfresh in modo diffuso. Presto l’applicazione si estenderà ad
altri frutti (kiwi, banane,ecc).
Da ricordare che l'uso di questi gas
che bloccano ed alterano il normale metabolismo di maturazione dei frutti, son
vietati in agricoltura biologica, ma purtroppo al giorno d’oggi usati in forma
diffusa ed indiscriminata. Basta qualcuno vada a visionare le proprie
statistiche di vendita di questo periodo o semplicemente guardi negli scaffali
dei supermercati e si interroghi come mai in passato a maggio non si vendevano mele
royal gala ed oggi invece si commercializzano belle e croccanti?
Siamo ormai nell'era della
"bio-chimica" dove sistemata "la carta" tutto fila liscio,
siamo oppressi da controlli sovrapposti ed incrociati di varie autorità che ci
fanno "visite" per controlli "burocratici" considerando la
nostra tipologia di lavoro: " più pericolosa e molto a rischio se
confrontata con aziende che trattano solo prodotto locale" (testuali
dell'ultimma ispezione l'ultima dina serie durante questo fatidico maggio),
senza contare i verbali di ispezione e segnalazioni di etichettatura non
conforme ricevute richiedendo cose che non corrispondono a quanto dichiarato
dal Reg. CE l89/2008
art. 31 comma 1e 2 ed il decreto legislativo DLGS 109 del 1992 art. 16 che
si rispettiamo.
I nostri produttori di oltre mare sono
semplicemente "perseguitati" dove ormai neanche le costose
certificazioni Globalgap versione 4 sono sufficienti anzi si sollecitano sempre
ulteriori adempimenti, tracciabilità accurata per associazioni di piccoli
produttori con più di 200 soci, copie originali dei quaderni di campagna, copie
originali dei verbali d'ispezione delle verifiche effettuate dagli OdC in
Sudamerica (cosa che per legge sarebbe vietata in quanto trattasi di documenti
confidenziali tra produttore e certificatore), etc.
Poi si sorvola su vicende ben più
gravi come questa dello smartfresh sulla frutta bio dove ci si comporta come lo
struzzo, tutti possono avere prove schiaccianti se non attraverso ragionamenti
logici di cui sopra: basta verificare nelle proprie celle di conservazione con
uno strumento del genere (http://www.fruitcontrol.it/analizzatori-portatili-etilene-o2-co2/
(ci sono anche dei modelli più
semplici quasi tascabili) e si renderà conto da solo che i frutti trattati
segnano praticamente zero come emissione di etilene! Chi invece vorrà provare
la differenza può prendere da noi mele royal gala bio argentine che segnano
valori anche 10 volte superiori come emissione di C2H4 , questo gas incolore che la natura ci
ha regalato che probabilmente ci crea problemi di conservazione ma che ci
ricorda altresì che, in questa vita, tutto deve avere un suo termine
fisiologico!