lunedì 16 dicembre 2013

OrganicSur: Progetto Argentbio SA, Mendoza, Argentina

Questo progetto nasce ai piedi delle Ande, nella Valle dell’Uco, poco distante da Mendoza, in una parte dell’Argentina in cui il clima è molto simile a quello mediterraneo e in cui il microclima è privilegiato con nevi perenni a più di 5.000 mt che si intravedono anche in piena estate.
L’azienda Argentbio produce dal 1996 un’ampia gamma di ortaggi biologici di cui OrganicSur beneficia in corrispondenza del freddo inverno italiano. I fratelli Gustavo e Gabriele Miralles sviluppano così da più di 15 anni una produzione non solo biologica ma rispettosa dei principi agronomici e tecnici che costituiscono un esempio nelle produzioni sostenibili.

L’azienda ha come coltura principale l’aglio biologico che in quel contesto pedoclimatico, scaturisce in bulbi bianchi e senza macchie, dalle qualità organolettiche senza paragoni. Il clima delle Ande, asciutto e con escursioni termiche molto elevate, danno a questo prodotto una prerogativa di eccellenza.
Nei piani rotativi colturali, l’aglio viene alternato con produzioni di zucca di tre diverse varietà, tra cui spicca il colore arancione della ricercata cultivar Red Hokkaido e di cipolla nelle tre varietà dorata, rossa e bianca, in ordine di precocità nella raccolta, che conformano una interessante proposta per i fabbisogni italiani di ortaggi freschi e sani dal mese di marzo all’inizio dell’estate nostrana.

Tutte queste colture, a cui si aggiungono dei frutteti e di recente anche la prima semina di chia biologica, vengono alternate da stupendi filari di segale biologica che compiono una duplice funzione: permettono un innovativo e funzionale sovescio ed ulteriormente sono un frangivento a bassa quota che si aggiunge a quello perimetrale dalle diverse varietà arboree presenti nei diversi appezzamenti. L’acqua cristallina che scende ininterrottamente dai ghiacciai delle Ande, a una temperatura costante di 19°C, annaffia queste colture donando un aspetto rigoglioso.

Un piano di compostaggio realizzato in proprio grazie agli scarti di lavorazione di tutte queste colture unitamente a un gregge variopinto di pecore e capre presenti in un ampio spazio dedicato dell’azienda, magazzini funzionali e ordinati, ed addirittura mezzi elettrici per gli spostamenti, rendono questa azienda familiare un progetto meritevole di appartenere ai progetti di OrganicSur.

Periodo di raccolta aglio: dicembre-febbraio

Periodo di raccolta zucche: gennaio-marzo

Periodo di raccolta cipolle: febbraio-aprile

Prerogative commerciali e comunicative del progetto: come risaputo la raccolta di aglio, cipolle e zucche nostrane in piena estate italiana, nel mese di febbraio di ogni anno, finisce di avere freschezza ed addirittura vita da scaffale sufficiente per essere commercializzata. Da lì in poi le forniture del mercato europeo, del quale l’Italia non fa eccezione, vengono rifornite da diverse aziende di commercializzazione olandesi che a loro volta reperiscono il prodotto, non solo nel proprio paese, ma anche in Austria e in Europa centrale in cui il raccolto tardivo, in linea teorica, si spinge per altri 40/60 gg nelle possibili forniture di questi ortaggi biologici. Da li in poi, fino alla raccolta precoce di varietà sottoserra prodotte in Sicilia, intercorre comunque una finestra di almeno un paio di mesi che solitamente viene riempita da forniture cinesi e/o di progetti non europei. Essendo questo il contesto generale, in controtendenza con il poco veritiero km zero che ben sappiamo non è in tanti casi praticabile, OrganicSur ha deciso di puntare su produzioni genuine in un paese che comunque ha molto a che fare con le nostre stesse radici culturali e contadine.
Il concetto di prodotto novello in cui i tempi che intercorrono tra la raccolta ed il consumo bisogna siano il più ravvicinato possibile, per garantire le massime prerogative nutrizionali e organolettiche, costituisce uno dei pilastri della OrganicSur. Così facendo, rispetto allo schema attuale, l’unica differenza sarà quella di privarsi di prodotto olandese o in linea teorica italiano come l’aglio con possibilità di inquinamento di prodotto cinese. Di sicuro le forniture di ortaggi nel periodo invernale/ primaverile, con questa filiera argentina sicura e tracciata, troveranno giovamento sempre e comunque nel rispetto dei produttori locali italiani che al momento della raccolta nostrana, a ridosso dell’estate, avranno come al solito tutto il loro spazio.











giovedì 12 dicembre 2013

OrganicSur: banane biologiche ed equosolidali: progetto APBOSMAM, Piura, Perù

Contesto: Questo progetto nasce nel cuore della zona desertica Valle del Chira, nell’estremo nord del Peru’, a soli 4 gradi dall'Equatore, bagnata dalle acque dell'omonimo fiume che giungono abbondanti dalla diga Poechos che costituisce una vera “manna” per l'agricoltura di questa fertile ed in gran parte ancora incolta, valle alluvionale.
Anno di costruzione
:
1972
Inizio di funzionamento
:
1976
Durata di conservazione
:
50 ANNI
Altitudine
:
108 m
Tipo      
:
Terra Dam
Altezza
:
48 M
Lunghezza Corona
:
11 km
Ambito di design
:
1000 MMC
High Water Mark di funzionamento
:
103
Volume operativo sulla collina 103
:
MMC 885
Acqua di superficie dello specchio al 100% della sua capacità originale
:
62 km2
Acque di superficie a specchio del 60%
:
47 KM2
Capacità di scarico
:
5.500 m3/sec.
Area irrigata
:
81.800 ettari
VALLE CHIRA                  37.000 ettari      
VALLE media e bassa PIURA           44.800 Ha
Proprio in questa zona nacque la coltura del banano peruviano, nel recente 2001, spinta dall'impellente necessità di trovare terre fertili ma libere dalle tante fitopatologie fungine delle aree tropicali in cui la banana biologica è stata completamente "respinta" come nel caso della Costa Rica, o parzialmente decimata come nella situazione del vicino Ecuador. Nasce così forse il miglior habitat dove oggi è possibile coltivare banane biologiche.
I piccoli agricoltori si son man mano raggruppati in associazioni di produttori; la allora Associazione APBOSMAM (oggi diventata la prima cooperativa della regione) nasce nel 2006, a Mallaritos, provincia di Sullana, Piura costituendo un modello di come socialità e rispetto per l'ambiente possano coniugarsi nella centralità della vita contadina.
Dopo un inizio travagliato e difficile dove, come capita spesso da queste parti, il produttore non trova uno sbocco diretto sul mercato finale, ne tanto meno un supporto formativo ed imprenditoriale che possano portarlo all’interno di una economia di scala, finalmente nasce un connubio molto forte con l'Italia.
Oltre a valorizzare le loro produzioni a condizioni di prezzo del mercato equo solidale certificato FairTrade, si aggiungono tante altre iniziative che possono definirsi uniche nel settore. In primis, cominciando proprio dalla formazione dei più piccoli, si portano avanti iniziative che spaziano dall'infrastruttura scolastica, allo sport così come ai progetti di conoscenza dell’ambiente agroforestale.
Altre prerogative commerciali e comunicative del progetto: al di là dei vantaggi agronomici e qualitativi che comporta affidarsi a progetti in zone come queste, si promuove lo sviluppo del mondo contadino in zone marginali e si offre al produttore la possibilità di trovare una sostenibilità sociale.
Queste produzioni hanno ottenuto un livello per qualità delle banane veramente ottimo sia dal punto di vista visivo che organolettico, nel pieno rispetto della biologicità. A questo, si aggiungono principi molto cari ad OrganicSur: una logistica e flussi produttivi efficienti, nuove vasche di lavaggio rifornite da camion cisterne propri, raccolta agevolata da "cable via" ed un polo di aziende e professionisti che si prodigano in piani di nutrizione con fertilizzanti made in Italy che affiancandosi al compostaggio e lombricoltura locali, danno una prospettiva agronomicamente promettente e sostenibile a questo progetto.

Di recente, la vicinanza di OrganicSur a queste terre si è ulteriormente potenziata grazie a progetti pilota che vogliono ulteriormente incidere positivamente su queste comunità contadine: un orto biodinamico all'interno di una delle scuole del progetto peadfas (dove studiano i figli dei lavoratori APBOSMAM) è solo uno degli esempi concreti.






OrganicSur: pere e mele biodinamiche Progetto PAI S.A., General Roca, Rio Negro, Argentina

Questo progetto nasce nel mezzo di una zona desertica bagnata dalle acque del Rio Negro, specializzata nella coltivazione di mele e pere, in cui la famiglia Garrido da tre generazioni segue queste culture tipiche della zona. Pionieri del biologico dal 1991, sposano la causa biodinamica dall'anno 2008 contando ormai con una completa gamma di pere (6 varietà) e mele (5 varietà) che seguono integralmente il metodo biodinamico guidato dalla presenza dell'Agronomo Renè Piamonte, vero specialista in materia. Non contento di applicare le guide basiche del compostaggio improprio ed i vari preparati biodinamici, si è spinto ben oltre sviluppando, all'interno di questi frutteti, veri e completi orti biodinamici favorendo anche la cultura dell'autoconsumo da parte dei responsabili de "Las Chacras".

Il contesto paesaggistico e ambientale è di una valle alluvionale, circondata da un vero e proprio deserto patagonico.

Periodo di raccolta pere: marzo-giugno

Periodo di raccolta mele: aprile-agosto

Varietà coinvolte: pere Red Clapp, pere William (bianca e rossa), pere Bosc, pere Abate, pere Packam, mele Royal Gala, mele Stark, mele Crispy Pink, mele Granny Smith, mele Braeburn

Prerogative commerciali e comunicative del progetto: al di là dei vantaggi agronomici che comporta affidarsi a progetti che si sviluppano in zone vocate e privilegiate, in quanto a bassa pressione edafica di comuni fitopatie (completamente assenti in queste zone patagoniche), il progetto fornisce anche al produttore la possibilità di trovare una sostenibilità sociale e ambientale grazie a collaborazioni come con OrganicSur che promuovono lo sviluppo del mondo contadino non solo italiano ma mondiale.
Da segnalare inoltre che queste produzioni in controstagione evitano la necessità di rifornirsi di prodotto nostrano, già non completamente integro per quanto riguarda le sue qualità organolettiche di freschezza, croccantezza ed aromi, ma bensì sospettato di essere stato sottoposto a lunghi tempi di frigoconservazione, realizzata tramite processi non consentiti in agricoltura biologica e completamente fuori dai naturali processi di conservazione tradizionale. (http://www.agrofresh.com/smartfresh/smartfresh.html)
Relativamente invece a impostazioni imperniate sul negativismo rispetto alla fornitura di un prodotto di oltreoceano, vanno anche segnalati i seguenti fatti: la conta di emissione di CO2 relativamente a progetti dell'emisfero Sud, confrontati con mele italiane frigoconservate per più di 5 mesi, dimostrano quanto più inquinante sia questa lunga conservazione rispetto al viaggio di prodotto fresco da questi progetti così "lontani".
Si segnala che il progetto PAI ha un transit time di meno della metà rispetto ai progetti della Nuova Zelanda. Soli 300 km di strada dalla piantagione al porto di San Antonio Este e soli 15 giorni di navigazione per raggiungere il Terminal Frutta di Vado Ligure, ci portano a considerare che avrebbe più senso coprire tutta la finestra che decorre dal 1 di marzo a tutto luglio, con queste forniture al posto di continuare con quelle nostrane che in quel periodo dimostrano, almeno nel caso delle pere, una qualità visiva e di presenza sulle scaffalature dei negozi che lasciano molto a desiderare. In definitiva, si tratterebbe di lasciare una piccola finestra di 5 mesi che permetta da un lato di offrire al consumatore il meglio della qualità visiva e organolettica durante tutto l'anno e dall'altro al prodottore italiano di fornire il prodotto disponibile entro i limiti di conservazione fisiologica che la natura permette, senza forzature.
Questo costituirebbe un modello di marketing veramente innovativo, nel contesto di un mercato che all'unisono in monocromia vuole disinformare il consumatore facendogli credere che tutto quello che arriva sulla sua tavola sia di miglior qualità se a km zero. Di questo passo, OrganicSur sarebbe uno dei primati che pende per l'anonimato della faccia del produttore in quanto concretamente molte lavagnette ed etichettature dei prodotti di vendita nascondono l'origine quando non proveniente da produzione locale. La strada dell'informazione veritiera e ben ancorata su dati reali, potrebbe invece costituire non solo una differenziazione rispetto al resto del mercato ma la creazione di un vincolo man o a mano crescente tra consumatore e produttore veramente biologico in tutte le latitudini, in un mondo dove la qualità è non solo commerciale ma anche ambientale, culturale, sociale e di sostenibilità condivisa.



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